Elezioni imminenti. Aumenti di utenze e autostrade. Sacchetti biodegradabili a pagamento. Il 2018 si è aperto con una serie di notizie che hanno sconvolto i più, lasciando impassibili gli ormai inermi cittadini che, ciclicamente (settembre e gennaio sono da sempre i momenti di maggior crisi per i contribuenti…) sono abituati ad allarmismi più o meno veritieri.
Questo clima di disfattismo ha fatto passare quasi inosservato un dato che avrebbe meritato maggiore considerazione: nel 2017 il mercato dell’auto ha fatto un sensibile balzo in avanti. Un +7.9% rispetto al 2016 di automezzi venduti (fonte Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) pari a 1.970.497 auto uscite dalle concessionarie nonostante una flessione dicembrina – figlio degli annunciati aumenti??? – del 3.17%.
Che numeri!
Pensiamo che dal 2008, anno indicato come quello nel quale la crisi economica italiana – che di fatto ha avuto ripercussioni in Europa e anche nell’intero Mondo – è iniziata, questi numeri erano solo un sogno. A chi vanno riconosciuti i meriti di un segno positivo così significativo? Intanto partiamo da una considerazione, priva di marchi e modelli: se le case proseguiranno a costruire vetture esteticamente e tecnicamente convincenti, questo segno positivo è pensabile sarà duraturo nel tempo.
Ciò detto, il gruppo Fca ha avuto un ruolo importante. L’anno d’oro di vendite della Jeep trainato da Renegade e nuovo Compass oltre all’impennata di Alfa Romeo, brand che ha saputo sfruttare al meglio la Giulia e la Stelvio. Dietro, anche se di poco, Fiat per un totale della casa guidata da Marchionne del +5.5%. Un segno positivo, tuttavia, che per il terzo anno fa segnare la presenza consecutivamente, pur nell’exploit del 2017.
Ottimi i risultati anche del noleggio a medio e lungo termine che pongono l’Italia al quatro posto in Europa di questo mercato, dietro a Germania, Regno Unito e Francia. L’obiettivo per il 2018 è di superare quota due milioni di veicoli venduti.
Inutile dire che i brand di lusso, abbiano trainato il mercato.
Secondo voi, dunque, la crisi è finita e l’auto ne è la portabandiera?
Alessandro Zelioli
(Photo Credit Paul Cisneros)