Persino Nuvolari si fece fotografare, nel 1936, a fianco di una “accompagnatrice” che l’organizzazione della Coppa Vanderbilt, in America, metteva a disposizione dei piloti che correvano in auto. Una ragazza mora, in tailleur con tanto di cappellino che seguì giorno – e qualcuno insinua anche di notte – il campione mantovano per tutta la sua permanenza negli Stati Uniti, al fine di facilitarne la durata del soggiorno.
E il Mantovano Volante vinse la Coppa, facendo trionfare l’Alfa Romeo, per nulla disturbato dalla simpatica presenza di quella “ombrellina” ante litteram.
Ebbene cari amici maschi, deponete gli ormoni e il telecomando – per i fortunati che potranno godere della diretta del Campionato di Formula Uno che sta per iniziare – perché da quest’anno il detto “donne e motori”, lo possiamo dimenticare.
L’annuncio dato da Sean Bratches, direttore operativo della Liberty Media, che gestisce una fetta importante degli eventi del motorsport, tra cui la massima competizione automobilistica mondiale, racconta più o meno così: “Da un anno ci stiamo pensando. L’abitudine di usare le curve femminili per rendere più attraente un campionato automobilistico, deve cessare. I nostri valori ci inducono a pensare che la pratica non sia appropriata e rilevante per la F1 e i suoi tifosi”.
E qui, ora, tutti a strapparsi le vesti. Gli stessi commentatori che sui loro profili social pubblicano frasi del tipo “io sto con le donne”, “no alla violenza contro le donne”, “il corpo delle donne non deve essere usato come mercimonio mediatico” eccoli li a dire che si, forse certe ragazze si presentavano in abiti un po’ troppo succinti, ma che lo spettacolo ne perde. Stappano lo champagne le associazioni in difesa della donna che vedono così concludersi una pratica che, come detto, risale a anni in cui l’emancipazione femminile non era neppure in fase embrionale.
E voi, cosa ne pensate?
Personalmente non trovo differenza tra un’ombrellina della Formula Uno e della MotoGp (ah, non lo sapevate che lì rimangono??? La Dorna non si è espressa…). Così come mi pare che nessuno abbia da ridire con le ragazze che premiano i ciclisti del Giro d’Italia o del Tour de France. In pochi – e parlo di uomini e donne – sembrano dare peso a immagini di questo o quel profumo che, quanto più sono senza abiti gli interpreti dello spot, quanto più costa in quanto ritenuto di valore.
Vi risparmio poi le immagini di certe pubblicità al cui confronto Oliviero Toscani oggi sarebbe un pudico pubblicitario.
Parliamone, perché secondo me da qui a inizio campionato, ne vedremo delle belle…
O forse, è meglio dire, le immagineremo?
Alessandro Zelioli